Barone Pazzo 2019
Un primitivo che non tradisce i luoghi che lo hanno visto crescere e proliferare rigoglioso e goloso con la sua parte fruttata e massa determinata.
Un primitivo che non tradisce i luoghi che lo hanno visto crescere e proliferare rigoglioso e goloso con la sua parte fruttata e massa determinata.
Un bianco travestito da rosso, con tanta freschezza e balsamicità, vigore e caparbietà, per un vino da tavola di classe ma anche tanta sostanza. Apparentemente scapigliato come le vigne da dove si genera, ma con un tetris perfetto tra tutte le percezioni sensoriali, per un bere tonico, pregnante, importante.
Un primitivo che nonostante la carta di identità che non smentisce il suo corpo e vigore, sferzata dai venti del mare e dal territorio, mostra dinamicità e sussulti atletici che gli conferiscono una beva piacevole.
Nero di Troia in purezza, che sprigiona, anche in versione rosato, tutta la sua sferzante e vibrante vena tannica che al naso imprime profumi e toni speziati e di macchia mediterranea.
Trebbiano che con la sua permanenza e sinergia con l’anfora e con la condivisione della propria essenza, sprigiona profumi, eleganza, carattere e una propulsività eccezionale.
La vera e propria simbiosi e cooperazione tra vitigni, terra, uomo, sostenuta dalla natura e dal tempo. Un ventaglio di corredi genetici e ampelografici che trovano giusta esaltazione nel calice.
Malvasia Nera che circondata dal verde della foresta e dalla mineralità dei suoli che nutrono la vigna, esalta freschezza, pienezza e lunghezza aromatica coadiuvata dal giusto intervento del legno che lima il tannino e amplifica il frutto.
Falanghina figlia del territorio, delle influenze e del pedoclima che la circonda e che si esprime sia rotonda che fresca e minerale.
Primitivo che anche in veste rosa, non riesce a non tradire il suo succo goloso e caldo, al quale si aggiunge polpa e freschezza. Naturale espressione di un primitivo senza filtri, estroverso e scalpitante, oltre che agile e scattante.