Pronti per nuove serate conviviali, momenti ludici e didattici, di approccio al vino per capirlo, conoscerlo, pesarlo, proprio come si fa con le persone e cercare di non giudicarlo, soprattutto non a cuor leggero.
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C’è bisogno di avvicinarsi al vino?
Comunicarlo, spiegarlo, fornire gli strumenti per apprezzare un calice di vino e tutto il lavoro che c’è dietro, dal campo alla cantina ( il minimo indispensabile se si lavora bene in vigna). Districarsi tra etichette, denominazioni, “reputazioni”, vitigni, sistemi di allevamento, suoli, tecniche di vinificazione, assaggi, abbinamenti.
Il mondo del vino, a volte è visto irraggiungibile, complicato, troppo tecnico. Una carta vini potrebbe essere un labirinto senza via d’uscita. L’abbinamento un problema matematico irrisolvibile, la degustazione una seduta spiritica per evocare le percezioni più disparate.
Il tentativo è questo: partire dalle basi ( come si fa in matematica fare prima le somme per arrivare alle espressioni e alle derivate) per indicare la strada, che passo dopo passo, bicchiere dopo bicchiere porterà nella direzione che ognuno preferirà. Degustazioni, cene tra amici, abbinamenti, semplice voglia di bere con coscienza e consapevolezza.
Gli argomenti trattati
Un pò di storia, da prima della comparsa del genere umano, fino ai giorni nostri, passando dall’anfora, alla botte, alla bottiglia, superando calamità e catastrofi come la Fillossera.
I componenti del vino, lo scheletro, la schiena che sorregge il calice. Comprendere perchè si rotea il calice come un giocoliere. Come mai, come se seguissimo l’arte degli artisti di strada, riusciamo ad estrarre dal cilindro, milioni di componenti olfattive.
Come e da cosa è composto l’acino e cosa custodisce al suo interno:
I tannini, croce e delizia degli appassionati e dei bevitori incalliti. L’acidità che rinfresca e prolunga il sorso. La mineralità, l’araba fenice delle percezioni olfattive.
Le lacrime, gli archetti, la consistenza del calice.
Come e perchè assaggiare un vino
A volte si può bere alla goccia, “dissetando” l’animo dopo giornate pesanti o per rasserenare l’anima e a volte è bello anche chiudere gli occhi e lasciarsi trascinare come in un parco giochi, da un calice tra salite e discese ripide, tra equilibri sottili e impercettibili e creare l’ologramma dei vigneti che hanno generato quel calice.
Insomma, a volte, senza esagerare e senza troppa “spocchia” è bello cercare di ascoltare un calice per capire cosa ci vuole raccontare. Il suo linguaggio può essere semplice e di facile ricezione, in altri casi, vuole essere tradotto e compreso e come si fa con le persone introverse, una volta scardinato, ci fa provare grandi emozioni.
Quindi è bello, comunicare come e perchè di certi gesti durante gli assaggi: roteare, avvicinare il naso, avvinare il palato, vederlo in controluce, inclinarlo su di una superficie bianca, per scalfirne certezze e dedurre segreti.
Come abbinare un cibo ad un vino
Concordanze e contrapposizioni tra sensazioni del cibo e del vino. Assonanze e dissonanza tra piatto e calice. Il gusto del vino e del cibo e come affiancarli.
Il pesce non sempre col vino bianco. La carne non sempre vede rosso. Gli abbinamenti complicati e tanto altro.
Sono queste altre pillole che tra un gambero ed un baccalà, un tentacolo e un pò di olio E.v.o. cerchiamo di lanciare, certi che verranno accolte e trasformate in curiosità e pretesti e scuse per approfondire a fondo un calice ed un piatto.
Aprire la bottiglia e gli strumenti per bere meglio!
Infine qualche indicazione su come aprire la bottiglia e convincerla a donarci il sacro nettare che contiene. Il galateo dei movimenti per non stuzzicarla eccessivamente e non strappare il tappo con i denti.
I diversi attrezzi del mestiere, dal calice al cavatappi professionale, al decanter, al cestello a vino.
Insomma incamerare nozioni, per saperne di più, per bere meglio ed in modo consapevole.
A.B.C. non per sminuirne il valore di un calice ma per berlo con più consapevolezza e apprezzarlo molto di più.