Questa volta ritorno in Puglia e parto dal suo capoluogo, Bari e scelgo di raccontare del Primitivo.

Raccontare del Primitivo, dei suoi terreni, dei suoi grappoli, delle sue origini, in poche righe non è semplice, ma sicuramente è splendido osservarlo, sul mare, mentre il suo rosso pieno, carico si riflette e rifrange sulla serena e pacata superficie cristallina, che circonda e protegge il capoluogo della Puglia e da cui si diramano infiniti paesaggi, variegate diapositive di una regione antica, umile e piena di scatti da salvaguardare e tradizioni da custodire.

La scelta è stata realmente provante e straziante, perchè qualsiasi vino avessi scelto avrebbe, solo per questo articolo, escluso altri vini, altrettanto rappresentativi e caratterialmente validi.

La Puglia è lunga, e il tacco dello stivale sbobina paesaggi mozzafiato, diversi tra loro, dalle sabbiose dune costiere, agli abbarbicati e scoscesi suoli sul selvaggio Gargano, dalla rocciosa Murgia, per passare per la sinuosa e collinare Valle d’Itria e tante altre cartoline da spedire e da fotografare.

Quindi partiamo da Bari e visto che per qualcuno è iniziata la vendemmia parliamo del  Primitivo, che deve il suo nome proprio al su precoce periodo di raccolta.

Il Primitivo ormai rappresenta la Puglia in tutto il mondo, la sua complessità di profumi, il suo palato morbido, setoso, fruttato, dal tannino avvolgente spesso ingentilito ed educato dal legno, hanno conquistato diversi territori stranieri.

Bari, tradizione e storia, di un’antica signora, abbracciata dal mare!

Prima del Primitivo vi parliamo di Bari:  una curata “Signora” affacciata sulle acque dell’Adriatico. Capoluogo della Puglia, Bari è meraviglia e stupore. Chi si appresta a visitarla per la prima volta ne rimane estasiato: crocevia di culture sin dall’antichità, nella Città del Levante convivono due anime: l’elegante Quartiere Murattiano e Bari Vecchia, caratterizzata dall’intersecarsi di numerose e strette viuzze ancora popolate dalla gente del posto che si presta, amorevolmente, ad aprire la porta di casa e far assistere i turisti a dimostrazioni “homemade” sulla preparazione delle famosissime orecchiette, piatto tipico e amatissimo da baresi e non, oltre a piatti della tradizione come patate riso e cozze.

Il Primitivo, impulso, forza ed eleganza, diverso zolla a zolla!

Lungo il territorio della conca barese nasce il Primitivo, o Primativo per la sua maturazione precoce, che rappresenta il vanto della vitivinicoltura Pugliese. Declinato in tutto il tacco dello stivale si manifesta rispettoso del territorio che lo nutre e valorizza, orgoglioso della sua storia e voglioso di raccontarla.

Sarà pertanto opulento e imponente a Manduria, figlio dei suoli rocciosi e calcarei e del clima amorevole, più agile e scattante a Gioia del colle con i suoi altopiani e le sue escursioni che ne amplificano il corredo aromatico, per terminare nel Salento, dove il vitigno può far esplodere freschezza e mineralità donata dal mare e dai suoli sabbiosi e dalle terre rosse che dominano il territorio.

Nello stesso territorio, i diversi suoli, il differente clima, il mare che ispessisce la buccia, la terra rossa che ne compatta i colori, i terreni lucenti calcarei che li arricchiscono  e rinvigoriscono, dona vini variegati e lontani tra loro.

Il Primitivo e i suoi racemi, grappoli della seconda fruttificazione che determina vini differenti, con carattere sempre vigoroso e determinato, come nell’istinto e nelle sue peculiarità.

Il sapiente e ancestrale alberello, succo della potenza morbida e tenace del primitivo!

Il Primitivo cresce lungo il cordone speronato e i sistemi a spalliera, ma si manifesta nella sua totale espressione, tramite quell‘alberello antico, nodoso, rugoso e, pertanto, saggio è utilizzato come custode delle potenzialità e del corredo genetico di questo straordinario vitigno, donandone diverse espressioni incantevoli e potenti.

L’alberello che si inerpica su se stesso, che si appoggia sul legno del suo passato, che si pavoneggia delle cicatrici che raccontano dei suoi trascorsi. Il tralcio che si affaccia dal suolo, poderoso e orgoglioso, che nutre poche gemme che origineranno acini polposi, succosi, ghiotti e ricchi, generando un vino opulento, sfacciato, deciso e premuroso.

I primordi del primitivo, una storia tutta da scoprire!

Le sue origini che si perdono ai tempi degli illiri e le sue parentele che tutti si  contendono, tra lo Zinfandel Californiano, ed il Plavac mali, rigoglioso nelle zone Balcaniche, croato, incrocio tra Zinfandel-Primitivo e Dobricic, o meglio il Crljenak, attorno alla città di Kastela presso Spalato, forse via preferenziale del vitigno verso il sogno americano.

La sua storia, forse non è completamente nitida, come invece è il suo calice, compatto, teso, succoso, pieno, carico, rinvigorente, che sazia, anche solo con i suoi profumi e che stende con il suo calore pseudocalorico e con la sua avvolgenza protettiva e accoglienza al palato, tipica Pugliese.

Bari, Puglia: un album di fotografie da sfogliare, attraverso un calice di vino!

Ho voluto narrare di Bari e del Primitivo, mentre lo guardo specchiarsi sul mare placido, fiero del suo essere e della città capoluogo della sua regione, vasta, variopinta, piena di momenti da incidere e scolpire nella nostra memoria e nel nostro cuore.

Lascia il tuo commento

Il Calice itinerante: Bari, Puglia, il Primitivo

Consigliati da Viniferare
Consigliati da Viniferare