Il vino è un ricordo, ha un valore in prima battuta personale, legato alla propria storia, alla propria vita e di per se possiede una stima elevatissima.

Non bisogna essere facoltosi o ereditieri o ereditieri facoltosi, per possedere cantine di inestimabile valore o per sentire la necessità e il dovere morale verso le nostre bottiglie, di adibire una zona della nostra abitazione, un locale ( magari sotterraneo), un’area apposita per loro.

Per questo, che si possiedano 10 bottiglie o 1000, che siano blasonate o meno, ognuno di noi, le vorrebbe conservare nel  modo migliore.

Vorremmo possedere la bat caverna, automatizzata, tecnologica, tecnologizzata, ma a volte, basta sapere le informazioni basilari, per provare a stoccare nel migliore dei modi le nostre amate bottiglie.

I concetti base, sono semplici e partono dalla necessità di preservare le nostre etichette dalla luce, dagli sbalzi termici e di umidità, da eccessivi movimenti destabilizzanti per il riposo necessario alle nostre bottiglie.

Ricordiamo sempre che il vino è un liquido vivente, in grado di respirare, che grazie all’ossigeno resta in perenne e tumultuoso instabile stato di “ebrezza” e voglia di evolversi.

Pertanto, in base anche al tipo di tappo, di tipologia di vino, vitigno, territorio, vinificazione, necessiterà attenzioni, tutte fondamentali e più o meno estreme.

Concetti base per la conservazione delle bottiglie

Però 2 o 3 concetti fondamentali da rispettare ci sono.

Prima cosa, la temperatura idonea della cantina dovrà essere tra gli 11 e 15 gradi centigradi.

Tenere i nostri contenitori da 0,75, 150 o anche più, lontano dalla luce, o comunque che vengano irradiate da luci timide, soffuse, al sodio e non al neon o comunque sempre fioche, sensibili, rispettose.

L’umidità del ricovero delle nostre bottiglie deve essere intorno ai 75 gradi per dare il giusto ambiente, il giusto giaciglio fresco dove riposare, per quanto più tempo possibile.

Come tutti i riposi, le doghe sono necessarie e quindi il materiale per evitare vibrazioni, cervicali e reumatismi alle nostre adorate e predilette bottiglie, è il legno, che evita movimenti, agitazioni inopportune e non gradite ai nostri vini.

Trattare una cantina come una enorme, reale, carta vini!

Qualora la nostra cantina, contenesse diverse tipologie di vini, di provenienze diverse, potremmo, anche per facilitarne la reperibilità, suddividerle, per regioni, nazioni, zone, o anche colori o metodi di vinificazione ( bianchi, rosati, rossi, spumanti, macerati, rifermentati, ecc).

In una gestione di temperatura di cantina, comunque stratificata dal basso verso l’alto, proprio partendo da temperatura più basse nelle zone più prospicenti il pavimento, per alzare la colonnina termica più in alto, metteremo spumanti giù e poi via via , a salire, proprio nel rispetto delle temperature di servizio.

Trattando la nostra cantina, alla stregua di una enorme e reale carta vini, potremmo distinguerla per stili, zone, vinificazione, vitigni, nel modo a noi più consono e che ci permetta soprattutto, di poter scegliere facilmente all’occorrenza e saper, come in una gestione di un archivio, cosa si ha e dove lo si ha.

Insomma, per evitare o ritardare il più possibile,  il tragico e traumatico e traumatizzante momento, in cui, aprendo la bottiglia, ci rendiamo conto che non è più nel suo momento smagliante, ma forse ha intrapreso il viale del tramonto, è necessario e fondamentale, conservare bene le nostre tanto anelate bottiglie, che sono una trama di ricordi e di emozioni, un insieme di avvenimenti, di periodi storici, più o meno esaltanti della nostra vita, che sono legami liquidi in grado di ricordarci un attimo, di catapultarci in zone recondite della nostra memoria.

Teniamo alle nostre bottiglie e teniamole nel modo migliore!

Lascia il tuo commento

Come gestire una cantina

Consigliati da Viniferare
Consigliati da Viniferare