A Vieste dove ci si reca per turismo balneare e per godersi panorami mozzafiato esiste una realtà straordinaria dipinta col colore delle viti e con le sfumature del mare.

Cantine Merinum e Cinzia Quitadamo: rendere tangibile il pensiero della mente e del cuore!

Conoscere Cinzia è il preludio e la giusta presentazione di quelli che poi saranno i suoi vini.

Solare, dinamica, espansiva, coinvolgente proprio come le sue etichette.

Le storie dei produttori sono tutte incantevoli, hanno tutte fascino, questa racconta di una ragazza che possedeva ben poco, se non le istruzioni e i ricordi fornitigli dal nonno per coltivare uva e per produrre vino, codice a barre di un passato da donare al presente e trasportare nel futuro.

Immersi nelle vigne con il fragore del mare e la salsedine insita in noi, nei nostri occhi e nell’animo, è possibile godere di una cartolina straordinaria, tra terra, cielo e mare.

Esperienza sensoriale, dove le voci della memoria diventano eco per il futuro.

E’ bello ed entusiasmante passeggiare per i vigneti, mentre Cinzia ci snocciola la carta d’identità del suolo che li ospita e delle varietà che insistono in quel terreno.

Argilla e pietra focaia, sedimenti marini, impreziosiscono questo tessuto pedologico che incuba e genera frutti poderosi e totalmente espressivi e colmi di carattere, sapore, profumi.

 

Incontriamo il Nero di Troia a bacca grande col suo tralcio robusto, ci imbattiamo nella Malvasia più delicata e complessa, salutiamo il Bombino, differenti per carattere parentale e per posizione strategica,  nutriti in maniera eterogenea in base alla loro collocazione.

La biodiversità non è solo tra le viti, ma anche negli esemplari arborei che le circondano, come 23 specie di peri che proteggono le vigne.

E’ esemplare e didattico vedere come le piante si adattino  a quello che la natura gli concede tra zone più siccitose a zone più generose, in un medesimo appezzamento non eccessivamente ampio.

Le differenze scolpite solo da madre natura e impresse dalla mano dell’uomo si riscontrano nel volto dell’uva e nel profondo del bicchiere.

Assaggi nel vigneto, dove le essenze che ti circondano le ritrovi nel calice.

Alcuni termini usati in ambito degustativo sono abusati e a volte non sono calzanti.

In questo caso schiettezza, ricchezza estrattiva, legame indissolubile col territorio e la tradizione, sono i punti cardine che ritroveremo in ogni singolo assaggio.

Cominciamo col Theos 2019 dorato, carico, vigoroso. Dal naso intenso, floreale, tenace tra note di nespola, alloro, timo, rosmarino che al palato esprimono sensazioni citrine fresche, sapide e minerali voluminose.

Il Cinthya 2019 è coerente sin dall’impatto visivo: rosa chiaretto possente, penetrante, muscolare, caratteristiche fondamentali del Nero di Troia.

Toni di mora, marasca, fragola sempre combinati da una fervida acidità, presente già all’olfatto, scaturiscono in un sorso ricco, rotondo, frutto dei due giorni di macerazione e del DNA del vitigno energico e gagliardo.

Il Don Giovanni da Malvasia nera si manifesta intrigante, seducente e seduttivo, mentolato, speziato con soffi contrastanti tra pepe, cannella e chiodi di garofano. Il cavo orale è rimpinguato da sfumature erbacee, vegetali di foglia di pomodoro, fini e delicate di viola e rosa con tinte di menta e timo che completano un assaggio altruista e articolato.

Assaggiare anche le annate precedenti evidenzia le capacità evolutive di questi vini e l’impronta delle annate che deve essere il filo conduttore e l’essenza da cui non si può transigere per vini genuini, sinceri, come quelli prodotti da Cinzia e dal suo territorio nel quale lei è totalmente assorbita e coinvolta.

La maggior parte delle volte le storie a lieto fine sono corredate da sacrificio, tenacia, passione, competenza, testardaggine. Questo racconto non si esime assolutamente.

Cinzia dal nulla, con tanta volontà, abnegazione, premura e soprattutto amore incondizionato e incontenibile per la sua terra, sta narrando un territorio, lo sta facendo conoscere, sta allargando i confini della Puglia da visitare, sta facendo comprendere cosa vuol dire legame, cosa sono le radici.

Etichette che ritraggono aneddoti del cuore!

Il vino e il proprio pensiero si inizia a declinarlo a partire dal suo biglietto da visita.

 

E’ per questo che le bottiglie di Cantine Merinum sono adornate da questi disegni che sono frammenti di memoria, episodi nitidi seppur datati, atmosfere e costumi da far rivivere e da rendere indelebili.

E’ veramente emozionante trascorrere e investire del tempo così, per gonfiare e trasferire serenità, energia, bellezza nel proprio cuore e per disporre di quanto la natura correttamente assecondata ci concede.

Cantine Merinum non un punto di arrivo ma un punto di partenza !

Potrebbe dormire sugli allori Cinzia, complimentarsi di quanto già fatto, invece non è soddisfatta, cerca di migliorarsi annata dopo annata e cerca di incrementare la sua produzione.

La salutiamo nel nuovo vigneto che le permetterà di proseguire nel suo sogno, di accrescerlo, attendendo il Nero di Troia in purezza, le nuove etichette, assaggiando avidamente quello che verrà spremuto dalle sue splendide vigne e dalla sua testa sempre in movimento, alimentata costantemente dal suo cuore possente, generoso, voluminoso come i suoi vini e la sua amata Vieste!

 

 

 

 

 

 

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Cantine Merinum un sogno di una bambina diventato realtà

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