Si dice che il buon vino si faccia in campo.
Con questa frase si intende che la materia prima di partenza debba essere sana e salubre, così da poter fornire un prodotto finale di qualità.
Sicuramente le PRATICHE COLTURALI che si eseguono nelle varie fasi di vita della pianta sono fondamentali per indirizzare la crescita, la produzione e produttività della pianta e il suolo invece donerà il carattere all’uva sempre se la mano dell’uomo permetta alla natura di fare il suo corso e di far crescere esponenzialmente il talento della pianta.
Sono tante le variabili che bisogna considerare per poter premere nel migliore dei modi e soprattutto al momento più adatto quel grappolo in modo da ottenere un prodotto quanto più sano e quanto più rappresentativo della sua tipologia.
FATTORI CHE INFLUENZANO LA QUALITA’ NELLA VIGNA
FATTORI INTERNI ( come il Vitigno e quindi il suo DNA e il portinnesto)
FATTORI ESTERNI (il Clima, Il Suolo e la sua composizione, le Pratiche Colturali)
Le pratiche colturali cioè
- La Scelta del vitigno e del portainnesto (in equilibrio col territorio),
- il Sistema di allevamento e quindi la densità d’impianto,
- la Nutrizione minerale e idrica
- il momento della Vendemmia, e quindi la scelta del momento considerando la maturazione tecnologica, fenolica e aromatica .
Fondamentale risulta la scelta della tecnica d’impianto e di conseguenza la tipologia di potatura che si distinguerà in POTATURA SECCA in assenza di vegetazione e POTATURA VERDE
La POTATURA SECCA determina il numero di gemme che genereranno i grappoli (meno gemme vorrà dire un’attenzione maggiore alla qualità).
La POTATURA VERDE determinerà la forma della pianta, la quantità delle foglie e il numero e dimensione dei grappoli e di conseguenza la loro forza e potenzialità estrattiva.
La Potatura cdipenderà ed influenzerà il SISTEMA ALLEVAMENTO che sarà differente in base alle zone di produzione, al pedoclima, alla tecnica di raccolta, alla tipologia di vino da ottenere
Di seguito Alcuni Sistemi di Allevamento:
Ci saranno sistemi di maggiore quantità come il Sistema a Tendone o Raggi dove sono lasciate 15/25 gemme per ceppo, o la Pergola Trentina Semplice o Doppia, con formazione di fitto strato fogliare, naturale schermo protettivo dal sole intenso e considerevole nelle zone settentrionali.
Riducendo il numero di gemme ci imbatteremo nel mitico e saggio Alberello Basso a 40/60 cm da terra.
In climi aridi, interrato come a Pantelleria, con 6/8 gemme per ceppo.
Per arrivare al Guyot e Cordone Speronato (sistemi a spalliera), per ottimizzare la ricezione dei raggi solari e per una raccolta meccanizzata. Il Guyot è il più diffuso in Europa che prevede 8/15 gemme lasciate per ceppo.
In Italia sono diversi i SISTEMI DI POTATURA
Nelle zone settentrionali le migliori esposizioni si hanno da Nord a Sud permettendo maggiore insolazione estiva e minore rischio di brinate tardive primaverili.
In quelle centro meridionali Est Ovest per evitare insolazione diretta delle ore centrali della giornata.
I sistemi a tendone determinano abbondante produttività ma forniscono vini poco eleganti.
I sistemi a spalliera consentono di ottimizzare la ricezione dei raggi solari, migliorando la capacità fotosintetica.
Il più sviluppato in Europa è il GUYOT, nel resto del mondo è il CORDONE SPERONATO
La vite è una pianta saggia e quanto più umana possibile, lo è tramite il pianto della vite come detto e lo dimostra durante la potatura in cui si effetueranno tagli del passato, quelli del presente, tutto in ottica dei tagli del futuro e di quello che la vite potrà donare.
Col primo taglio, del passato è eliminato il tralcio che ha prodotto, il legno vecchio. Il taglio del presente accorcia il capo con le gemme a frutto e verrà piegato e legato. Ultimo è il taglio del futuro con cui si lasciano 2 gemme che daranno il capo a frutto dell’anno successivo.
La tipologia di terreni in cui il nostro vigneto prolifererà è fondamentale.In base al terreno , ed in concomitanza con gli altri fattori che identificano il terroir, quindi tipologia di vitigno, clima e intervento umano , il nostro vigneto manifesterà le sue caratteristiche intrinseche e quelle derivate dal lavoro in campo.
La tipologia dei terreni in cui il nostro vigneto prolifererà e da cui trarrà i suoi elementi che tramuterà in vino, è una variabile fondamentale ed indispensabile.
In base al terreno, ed in concomitanza con gli altri fattori che identificano il Terroir, (tipologia di vitigno, clima e intervento umano), il nostro vigneto manifesterà le sue caratteristiche intrinseche e quelle derivate dal lavoro in campo.
Ad esempio:
- L’Argilla con le sue tonalità accese e intense, che trattiene le venature cromatiche dei vini rossi.
- Il Calcare con la sua albina luminosità che riflette i raggi e nutre la pianta.
- Le Marne miscela delle precedenti,
- I terreni Arenacei, quindi sabbiosi che trattengono meno i nutrienti.
- I Suoli Ferrosi, di Medio Impasto (limo e argilla), Acidi, Basici, saranno infinite le combinazioni di quello che è la fonte primaria del carattere dei nostri vitigni.
Nella maggior parte delle nostre regioni, specialmente nelle più vocate, i terreni son calcarei argillosi, come nello Champagne dove i suoli essendo ricchi di calcare determinano produzioni di qualità e ci permettono di stappare bollicine di eccezionale valore, come accade nei suoli italiani vocati alla produzione delle spumeggianti e cremose bolle d’autore.
Quindi come ampiamente raccontato il lavoro i campo sopratutto preventivo è di fondamentale importanza e determinerà una grossa fetta e percentuale del risultato finale, cioè una materia prima di qualità che potrà esprimersi al meglio in un prodotto di assoluta qualità.